"Mirko intanto guardava la scenetta con la coda dell’occhio, e ascoltava cosa diceva la ragazza – era sconosciuta, ma l’aveva già visto da qualche parte, non si ricordava dove -. Alla frase della scimmietta, si lasciò sfuggire un risolino.
“Patetica” pensò fra sé, “una bambina di dieci anni ragiona più intelligentemente! Ma come si fa a perdere tanto tempo dietro tre pupazzi da quattro soldi?” la ragazza se ne accorse, suo malgrado, e gli lanciò un’occhiataccia. Anche la mamma lo guardò male. Mirko arrossì un poco e continuò, anzi finse di continuare il suo lavoro, curioso di vedere che cosa avrebbe scelto la ragazza. Lui personalmente avrebbe scelto il tigrotto.
“Allora rimane la paperella, ma …”
A quel punto, Mirko sentì l’impulso di intervenire, perché quella scemetta stava mettendo in imbarazzo sua madre, e di questo passo a mezzanotte era ancora lì a decidere se comprare una tigre, un coniglio, una papera o una scimmia!
Allora si voltò verso la ragazza e si affrettò a dare il suo “consiglio”.
“Ecco, prendi la paperella, sono quindicimila lire, ciao ciao!”
Ma sentì un lieve risentimento subito dopo aver pronunciato la frase. Sua madre lo guardò stupita, con aria di rimprovero; gli occhi severi di suo padre lo fulminarono al di sopra degli occhiali. La ragazza si voltò, per vedere da dove era arrivato quel commento, restò un momento a bocca aperta, e replicò:
“Ma … tu che cosa vuoi?” Aspettava una risposta con la paperella e il tigrotto tra le mani. Mirko si guardò intorno e, incerto se replicare, rispose:
“Sei qui dentro da venti minuti ormai …”
“ E allora? Mirko! Falla finita! Ma che ti prende?!” protestò la madre."
(dal capitolo 3)
(dal capitolo 3)